lunedì 11 aprile 2016
domenica 10 aprile 2016
La pedogenesi
Il lungo processo che porta alla formazione del terreno si chiama pedogenesi. La durata di questo processo è talmente lunga (supera in molti casi i 500.000 anni) che il terreno stesso viene considerato una risorsa non rinnovabile; perciò è necessario difenderlo dalla degradazione fisica e mantenere intatta la sua fertilità chimica e biologica.
La fertilità di un terreno è l'insieme delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche che lo rendono adatto a sostenere una copertura vegetale, fornendo a essa ancoraggio e nutrizione.
La pedogenesi si suddivide in un flusso e in un ciclo.
FLUSSO DELLA PEDOGENESI. La roccia madre subisce due tipi di trasformazione: nelle prime fasi prevale la disgreagione fisico-meccanica, operata da diversi agenti, che la trasformano in detriti di dimensioni più piccole, come sassi, ciottoli, ghiaia. Nelle ultime fasi prevale la decomposizione chimica e biochimica dei microrganismi del terreno, che trasforma i detriti in composti minerali solubili. Questi ultimi possono essere in parte persi perchè percolano in profondità (lisciviazione), dove non possono più essere raggiunti dalle radici delle piante, oppure perchè vengono asportati dall'erosione superficiale dovuta all'acqua e/o al vento.
CICLO DELLA PEDOGENESI. I composti minerali solubili sono il punto di partenza di un complesso ciclo di trasformazioni: da essi infatti trae nutrimento la copertura vegetale, che produce la sostanza organica di cui si nutrono gli animali. La sostanza organica, sotto forma di residui vegetali e spoglie animali, viene poi mineralizzata dai decompositori presenti nel terreno, ritornando così all'inizio del ciclo.
L'humificazione è il processo di formazione dell'humus, complesso di sostanze organich in via di lenta e continua mineralizzazione, la cui presenza nel terreno assicura un regolare rifornimento di sostanze nutritive alle piante e agli altri organismi autotrofi. Oltre a questa fondamentale funzione di "serbatoio" di sostanze nutritive per le piante, l'humus, grazie alle sue proprietà colloidali, contribuisce a mantenere stabile la struttura del terreno ed esercita un notevole "potere tampone" sul pH, limitando le sue variazioni.
La mineralizzazione della sostanza organica è il processo di trasformazione delle sostanze organiche in composti minerali solubili, operato da molti microrganismi che vivono nel suolo.
AGENTI DELLA DISGREGAZIONE FISICO-MECCANICA
Acqua corrente: trasporto verso valle di materiale più fine.
Vento: corrosione, causata dalle particelle solide trasportate (sabbia, sali, ghiaccio).
Crioclastismo: disgregazione dovuta al congelamento dell'acqua presente nelle fessure delle rocce, che esercita pressioni elevate sulle pareti.
Termoclastismo: disgregazione dovuta al diverso coefficiente di dilatazione termica dei minerali che agisce in presenza di forti escursioni termiche giornaliere e stagionali.
Alternanza di periodi di inumidimento e essiccazione: si verifica in particolare nelle rocce argillose, che aumentano di volume durante i periodi di inumidimento e si riducono di volume durante quelli di essiccazione. Questo fenomeno causa delle tensioni interne alla massa rocciosa e contribuisce alla loro disgregazione.
Radici delle piante: si infiltrano nelle fessure delle rocce, provocano con la loro crescita primaria (in lunghezza) e secondaria (in spessore) la rottura e la disgregazione delle masse rocciose, a causa delle pressioni molto elevate che esse esercitano.
Il profilo verticale del terreno
Il profilo verticale del terreno si compone di diversi strati sovrapposti, detti orizzonti.
- strato inerte, collocato immediatamente al di sotto del precedente; in esso si accumulano i composti minerali che vengono lisciviati dallo strato attivo a opera di H2O.
- la roccia madre, che rappresenta il substrato che non è stato ancora alterato dagli agenti della pedogenesi.
- Il suolo, la parte esplorata dalle radici delle piante, nella quale operano i microrganismi. Esso comprende gli orizzonti superiori e viene ulteriormente suddiviso in:
- strato inerte, collocato immediatamente al di sotto del precedente; in esso si accumulano i composti minerali che vengono lisciviati dallo strato attivo a opera di H2O.
- Il sottosuolo, che comprende gli orizzonti inferiori, distinti in:
- la roccia madre, che rappresenta il substrato che non è stato ancora alterato dagli agenti della pedogenesi.
Il terreno per l'orto
E' necessario che il terreno destinato alle colture orticole sia ben riparato dai venti freddi ed esposto al sole, e vi deve essere anche la possibilità di avere a disposizione acqua sufficiente per le annaffiature. La forma dell'orto di solito è rettangolare, ben delineata; il terreno è distaccato dalla parte destinata alla coltivazione di fiori e suddiviso in quadrati o rettangoli in ognuno dei quali vengono coltivati ortaggi diversi.
I primi lavori da compiere sono i più duri e sgradevoli, quelli che molto spesso tolgono il desiderio di continuare.Non bsogna perdersi di coraggio, e per tutti i consigli più urgenti basta rivolgersi al Consorzio Agrario.
Per prima cosa bisogna sgombrare il terreno da tutti i detriti. Munitevi di una carriola, di sacchi per la raccolta delle immondizie, di un badile e di un paio di guanti. A poco a poco togliete i pezzi di mattone, di pietra, i sassi e i calcinacci e ripulite la terra. Solamente quando il terreno sarà ripulito potrete esaminarne la qualità prendendo le necessarie decisioni per renderlo fertile e coltivabile. Non tutti i terreni presentano le stesse qualità e caratteristiche: bisogna tenere conto del clima, della località in cui è situato, dell'esposizione al sole. A volte il terreno è secco e tr
attiene tutta l'acqua piovana o da annaffiamento, a volte invece respinge l'acqua.
Abbiamo così:
- il terreno forte e argilloso, che contiene una buona percentuale di argilla e si presenta duro, compatto, permeabile;
- il terreno forte e argillo-calcareo, in cui vi è una percentuale di calcare;
- il terreno forte argillo-siliceo, che oltre all'argilla e al calcare contiene anche una percentuale di sabbia;
- il terreno leggero, sabbioso, friabile, mobile, molto permeabile nel quale la vegetazione può essere molto attiva, ma difficile da coltivare perchè tutti gli elementi ad esso aggiunti (concimi e le stesse sementi) possono essere facilmente spazzati via dall'acqua piovana o dall'annaffiamento.
Ecco dunque la necessità di correggere la qualità della terra con l'aggiunta di quegli elementi che mancano perchè sia possibile la seminagione e la coltivazione. Elementi che potrebbero essere, per esempio, la sabbia o l'argilla, se il terreno ne contiene in quantità insufficiente.
Il terriccio che si trova nei boschi, e che è il risultato della decomposizione di tutti gli elementi naturali è già maturo ed è ideale per la correzione di un terreno. Al terriccio dei boschi si può aggiungere anche lo stallico o letame di stalla. Quando il terriccio deriva dalla decomposizione di letame o stallico, di chiama dolce; quando invece è composto di residui vegetali, come ad esempio foglie secche, radici, erbe, frutti marciti, si chiama acido. Il terriccio, perchè sia veramente efficace e utile e non danneggi la terra, deve essere maturo: in esso, cioè le sostanze conenute devono essere perfettamente decomposte.
Per avere un terriccio d bosco perfetto si possono ammucchiare in un angolo dell'orto foglie, erbe, frutta. Proteggete il mcchio con un tetto di lamiera o di materiale plastico, rivoltatelo ogni tanto perchè prenda aria e perchè la decomposizione sia facilitata. Inumiditelo con l'acqua e rivoltate. In questo modo la decomposizione avviene contemporaneamente in ogni strato del mucchio.
Se abitate in un luogo in cui si trovano facilmente eriche, felci e ginestre, il terriccio che si può ottenere con questi elementi è quello che ci vuole per correggere il terreno povero di argilla. Anche in questo caso dovete amucchiare in un angolo del vostro orto eriche, felci e ginestre che avrete raccolto. Aggiungete al mucchio qualche badilata di terra, inumidite tutto se necessario e se da tempo non piove, lasciate riposare il mucchio per un paio di settimane. A cominciare da questo momento rivoltate tutto ogni 6-7 settimane. Il terriccio sarà pronto quando si presenterà sfatto e omogeneo.
Per ogni tipo di terreno si possono impiegare anche il terriccio di castagno (di colore rossiccio, leggero e soffice che si rintraccia all'interno dei tronchi delle piante di castagno morte) oppure torba. La torba è di colore bruno, leggerissima, molto simil alla corteccia di molti alberi. La si rintraccia nei terreni situati presso corsi d'acqua e stagni, ed è il risultato della naturale decomposizione che si verifica quando i detriti rimangono a lungo sui terreni umidi. La torba si frantuma facilmente e si mescol alla terra senza alcuna difficoltà amalgamandovisi perfettamente e arricchendola.
Ecco poi lo stagno che è un muschio rintracciabile nei terreni paludosi o molto umidi. Lo si dovrebbe usare fresco; contenendo però sempre uova e larve di insetti, è meglio astenersi dall'adoperarlo se non si è molto pratici. In teoria lo stagno è un ottimo correttivo della terra, ma in pratica, appunto per la presenza di larve e uova, può rivelarsi alla fine un danno anzichè un aiuto.
Il terriccio universale, invece, rappresenta l'ideale per chi vuole coltivare verdura o fiori. Se vi è possibile procurarvi terriccio di bosco, terriccio di castagno, torba e stallatico, preparate in un angolo dell'orto un tetto di protezione che potete ottenere con una lamiera, o con un canniccio tenuto alto dal terreno con quattro paletti. Sotto questo tetto stendete uno strato di ognuno degli elementi enumerati, e poi fate altri strati. Lasciate riposare per una settimana, quindi cominciate a rivoltare con un forcone. Lasciate a riposare ancora per qalche settimana e rimescolate ancora finchè non otterrete un terriccio omogeneo e maturo che potrete mescolare alla terra da coltivare.
Ci sono però due inconvenienti: l'odore non è gradevole; e i mille insetti, cui dà vita il terriccio in formazione potrebbero poi costituire un pericolo per le future colture. Per questo problema esisteno però in commercio disinfettanti che mescolati al terriccio distruggono larve, uova, insetti.
Preparare il terreno per l'orto
Il primo passaggio fondamentale per fare un orto è la preparazione del terreno. Il periodo più produttivo è
sicuramente la primavera, quando ci sono più colture da piantare, ma la preparazione del terreno deve essere fatta all’inizio del periodo invernale. La terra va mossa, concimata e fatta riposare per essere pronta in primavera.
Vi serviranno:
- guanti da lavoro;
- Forca o vanga;
- Piccone;
- Rastrello;
- Pala;
- Concime
Dopo esservi procurati l’attrezzatura, potete dedicarvi alla preparazione del terreno seguendo questi consigli:
- Vangate il terreno. Con l’utilizzo della vanga o del forcone, scendendo quindi di 20/30 centimetri nel terreno, rivoltate tutta la terra dedicata all’orto, eliminando tutte le radici di piante infestanti per evitare che queste ricrescano in primavera invadendo il vostro orto, togliendo spazio e sostanze nutritive alle vostre colture. Togliete anche il maggior numero di sassi, in modo da facilitare la lavorazione del suolo in un secondo momento.
- Rendete il terreno più friabile. Se la terra è troppo argillosa aggiungete un po’ di sabbia e arricchitelo di sostanze nutritive con il concime. Per l’orto i migliori letami sono quello equino (il più costoso), quello bovino e quello dei polli. Considerate che più il concime rimane all’aria aperta più perde azoto ammoniacale, sostanza quindi che non andrà nel terreno per le vostre piante. Se non avete la possibilità di comprare del letame potete usare anche il compost. Anche questo è ottimo per la concimazione e rende il terreno molto friabile senza contare che se autoprodotto significa risparmio economico oltre che ecologico.
- Fresate il terreno. Con il termine fresare si indica lo sminuzzamento delle grosse zolle che si sono create con la vangatura. Con il piccone e il rastrello sgretolate la terra mescolandola bene con il concime che avete aggiunto, che andrà a fertilizzare lo strato di terra dove ci saranno le radici delle nostre colture perché lasciare il concime sopra la terra non serve a niente. Cercate di rendere la superficie del terreno il più uniforme e piana possibile per agevolare il lavoro futuro. Raccogliete tutte le piante infestanti che avete rimosso dal terreno e buttatele nella compostiera.
Alla fine di questi 3 punti la preparazione del terreno per l’orto è
finita e ora deve solo riposare, permettendo così alla terra di
amalgamarsi bene con il concime.
Naturalmente anche se non coltivate a terra ma in vaso o in un banco
orto il principio è lo stesso, rendere friabile la terra e concimarla
prima di seminare è alla base di una buona coltivazione.
giovedì 7 aprile 2016
Il terreno e le sue funzioni
Il terreno è il substrato naturale su ci crescoo le piante e viene utilizzato come spporto per la costruzione di edifici e di infrastrutture come strade e ferrovie. E' un deposito naturale di materie prime come argilla, ghiaia, sabbia, torba e minerali; svolge una funzione essenziale nel determinare la stabilità dei versanti e la resistenza all'erosione. E' un costituente fondamentale nell'aspetto del paesaggio, e quindi nel patrimonio culturale. Dal punto di vista agronomico il terreno ha tre funzioni principali:
- funzione meccanica: assicura sostegno e l'ancoraggio alle piante spontanee e coltivate;
- funzione trofica: assicura la nutrizione delle piante spontanee e coltivate;
- funzione ecologica: rappresenta la destinazione ultima degli scarti organici, che vengono decomposti dai microrganismi presenti nel terreno.
Il terreno viene definito un sistema aperto poichè vi sono continui scambi:
- di sostanze liquide (H2O) e gassose (CO2, O2) con l'atmosera;
- di sostanze chimiche (sotto forma di anioni, cationi) con gli organismi che vivono nel terreno e scambi all'interno del terreno stesso fra i diversi componenti.
Il terreno è inoltre un ambiente dinamico, cioè in continua seppur lenta trasformazione, dove si verificano:
- continue azioni e reazioni fisico-meccaniche: spostamenti di particelle di terra a opera della microfauna (lombrichi, insetti);
- movimenti dovuti al rigonfiamento e alla contrazione dei minerali argillosi;
- important cicli di trasformazione a carico soprattutto dellle sostanze organiche che vengono lentamente e di continuo trasformate in sali minerali necessari alla nutrizione delle piante.
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