Gli alberi da frutto sono le specie che più
di altre necessitano di potatura. Questa tecnica colturale, eseguita
con tagli drastici o lievi, consente, infatti, di migliorare la qualità
e la quantità dei frutti, nonché la forma e il portamento della pianta
nei suoi primi anni di vita. Uno degli alberi da frutto che necessita di
potature specifiche è il pero. Pianta dalle origini ancora sconosciute,
il pero produce gustosissimi e succosi frutti. L’albero può essere
coltivato su larga scala, ma anche in orto e in giardino, sia per scopi
produttivi che per finalità ornamentali o pratiche, come l’ombreggiatura
di alcune aree dello spazio esterno. Il pero, sia che venga coltivato
su larga scala o in privato, ha necessità di essere potato. Le potature
cambiano in base alla varietà coltivata e alle specifiche
caratteristiche di questo albero. In ogni caso, una corretta e
sistematica potatura consente di migliorare sia il portamento del pero
che la qualità e quantità dei suoi frutti.
Caratteristiche
Prima di parlare della potatura del pero, è necessario conoscere bene
le caratteristiche di quest’albero. Il pero, nome botanico Pyrus
communis, è un albero appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Le sue
origini sono ancora sconosciute, ma questa specie arborea è ormai
largamente diffusa nelle nostre zone, dove viene coltivata per scopi
produttivi. Non è difficile trovare il pero anche nei giardini privati,
dove la coltivazione avviene, come già detto, anche per motivi estetici o
pratici. Il pero ha un portamento verso l’alto, i suoi rami, infatti,
tendono a crescere in senso verticale. La produzione del pero avviene
nei rami giovani, cioè in quelli tra due e tre anni di età, mentre i
rami più vecchi tendono a diventare totalmente improduttivi. La potatura del pero
deve, dunque, tenere conto di queste caratteristiche, tutelando i rami
fertili ed eliminando quelli sterili. La crescita vigorosa e disordinata
dell’albero tende, inoltre, a rovinarne la resa estetica, ma anche a
far penetrare poca luce e aria all’interno della chioma. Per questo
motivo è necessario effettuare una potatura di formazione nei primi anni
di vita della pianta. Questa potatura, detta anche di allevamento,
tende a condizionare la forma dell’albero, donandole un portamento più
ordinato e non dannoso per la futura produzione della pianta. La
potatura di allevamento o di formazione si effettua entro i primi due
anni di vita della pianta, mentre dal secondo anno in poi, quando i rami
saranno diventati fruttiferi, si potrà attuare la potatura di
produzione.
Potatura di allevamento
La potatura di allevamento del pero consiste nell’eliminare un certo
numero di rami per condizionare la forma della pianta in crescita.
Questa potatura si pratica nelle piante messe a dimora. Quando si
acquista una piantina di pero da un vivaio, è necessario ridurre la
chioma in modo da potenziare lo sviluppo delle radici. I rametti
danneggiati o rotti vanno tagliati di netto ed eliminati totalmente, lo
stesso si deve fare con le radici danneggiate. Nel caso la pianta si
presenti sana e vigorosa, basta diradare lievemente la chioma, in modo
da far penetrare aria e luce all’astone centrale ( ramo da cui si
sviluppa l’intera chioma della pianta) e rafforzare le radici. Spesso,
sia per il pero coltivato su larga scala che per quello da giardino, si
utilizzano delle potature di allevamento che danno una precisa forma
alla chioma dell’albero. In base alla forma ottenuta si distinguono il
fusetto, la palmetta e il doppio asse. Il fusetto dona alla pianta una
forma classica composta da un tronco centrale e cinque o sei rami
laterali. In genere bisogna lasciare sul pero solo i rami laterali
lunghi al massimo ottanta centimetri, mentre bisogna tagliare quelli
troppo fini che superano questa lunghezza. I rami da lasciare si
scelgono tra quelli vigorosi, lignificati e portanti una gemma apicale
già sviluppata. Da eliminare anche i rami della cima che tendono a
prendere il sopravvento l’uno con l’altro. La forma a palmetta dona
all’albero una struttura a parete, cioè una chioma larga e molto
appiattita. Per la forma a palmetta si devono individuare due o tre
rami vigorosi sull’astone centrale, eliminando tutti gli altri. Nei
primi anni, l’astone non deve superare gli ottanta centimetri di
altezza, mentre in quelli successivi lo si lascia crescere effettuando
solo dei tagli di ritorno ( accorciamento) sulle branche laterali dei
rami principali. La forma a doppio asse è simile alla palmetta, solo
che la chioma si sviluppa da due astoni principali. Cioè, nei primi
anni, sul pero vengono creati due rami portanti. Su questi due rami
portanti si taglieranno i rami con la stessa tecnica della palmetta. In
tal modo si avrà una struttura a parete che si svilupperà sia in
orizzontale che in verticale.
Potatura di produzione
La potatura di produzione del pero si effettua a partire dal secondo
anno di età. I rami di un anno cresciuti su altri rami vecchi vanno
eliminati, perché improduttivi, mentre quelli che crescono vicino al
tronco si possono lasciare perché, ricevendo la linfa, diventeranno
produttivi a partire dal secondo anno. I rami di due anni contengono
molte gemme fruttifere che vanno parzialmente diradate. In tal modo si
migliora la pezzatura dei frutti. Questi rami possono subire anche un
taglio di ritorno( accorciamento a venti centimetri e massimo quaranta )
che salva una gemma fruttifera all’apice. I rami di tre anni devono
subire la stessa potatura dei rami di due anni. I rami del quarto anno,
totalmente improduttivi, possono, invece, essere completamente
eliminati. La potatura di produzione del pero varia in base alla
varietà coltivata. Esistono, infatti, varietà che fruttificano poco e
che richiedono l’abbondante rimozione delle gemme fiorali e varietà che
fruttificano molto, ma solo su alcuni rami e che non richiedono, dunque,
potature drastiche.
I frutti del pero
I frutti dell’albero di pero sono le famose e gustose pere. Nonostante
alla vista appaiano quasi tutte con una dimensione media, una forma
piriforme e una colorazione verde, gialla o aranciata, esistono infinite
varietà di questo frutto! Vediamo insieme quali sono le più diffuse.
Tutti conosciamo le tradizionali pere william grazie alla loro diffusa
coltivazione sul territorio italiano. Il loro aspetto è tondeggiante, la
tonalità gialla e la polpa si presenta piuttosto succosa. Ci sono poi
le pere Max Red Bartlett, anch’esse con una colorazione gialla, la
buccia particolarmente liscia e la polpa succosa. Sono le più utilizzate
per la produzione di succhi di frutta. Le pere Kaiser invece hanno
dimensioni più grandi rispetto alle varietà appena viste e nonostante la
colorazione gialla, la buccia appare piuttosto rugginosa e la polpa
granulosa e acidula. Queste sono le principali e più note varietà ma
esistono molteplici specie caratterizzate da tratti distintivi e da
sapori differenti.
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